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Sondaggio Uninsubria: fiducia nella famiglia meno nell’informazione

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(Mauro Carabelli) Gli studenti del secondo anno di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università dell’Insubria frequentanti il corso di Comunicazione pubblica e istituzionale hanno sondato il livello di fiducia di un vasto campione di cittadini italiani nei confronti di alcune istituzioni, figure professionali e informazione giornalistica.

L’indagine sociologica coordinata dal Prof. Franz Foti si è sviluppata attraverso un questionario composto da tre domande e distribuito a  più di un migliaio di residenti nel nord Italia (93,6%) di cui circa la metà residenti in provincia di Varese. Un dato interessante della composizione del campione  formato per metà da studenti (44,4%) sono: la fascia d’età “giovane” compresa tra i 18 e i 35 anni (60,4%) e la significativa presenza femminile che ha toccato il 60%.

IL QUESTIONARIO

Le domande del questionario hanno esplorato i livelli di fiducia su alcune realtà istituzionali, religiose, professionali e sul mondo dell’informazione.

 ISTITUZIONI

Nelle preferenze, la posizione centrale è occupata dalla famiglia che sfiora il 90% di gradimento seguita dai Vigili del Fuoco (46,30%). Come fanalino di coda si posiziona tutto quanto dovrebbe rappresentare, tutelare e servire istituzionalmente il cittadino. Infatti, sotto l’1%  rimangono i partiti, il Consiglio Regionale, la burocrazia. Poco al di sopra, Prefettura (1,40%), INPS (1,80%), sindacato (1,90%), Stato Italiano (2,90%), Sistema Bancario (2,90%), Sistema Giudiziario (3,30%), Sindaco 4,90%). Da notare la scarsa  fiducia riposta nelle Istituzioni Religiose (5,30 %) che non inficia tuttavia l’attenzione verso il Papa (28,7%), votato in particolare dagli italiani sopra i 36 anni, che viene percepito come innovatore della Chiesa.  La figura del Pontefice è in buona posizione intermedia assieme a Ricerca Scientifica (35,80%), Associazioni di Volontariato (27%), Università (20,20%), Forze dell’Ordine (20%), Esercito (18,80%).

PROFESSIONI

E’ la figura del medico che riscuote la maggior fiducia con il 56% seguito dallo scienziato (31,90%). Sotto il 30% farmacista (25,60%), insegnante (25,20%),  psicologo (24,90%) e ingegnere (22%). Mano a mano che scendiamo incontriamo il gradimento per il docente universitario (19,70%),  il cuoco (19%), l’operaio (16,90). Nelle posizioni più basse il magistrato (9,80%), il giornalista (8,2%) e in quelle bassissime il conduttore TV (1,90% ), il politico (1,60%), il Blogger (1,1°%)

L’INFORMAZIONE

Per quanto riguarda l’ultima domanda su come viene percepita l’informazione, nette la critiche per l’eccesso di spettacolarizzazione (55,30%), i condizionamenti della politica e degli editori (44,30%), l proliferare di notizie poco attendibili (39%) e la loro enfatizzazione (31,40%). Inoltre, i giovani under 18 ritengono che l’informazione tradizionale sia stata soppiantata dal web. Questi dati aggravano notevolmente la fiducia verso l’informazione se li leghiamo alla poca stima nei confronti della professione di giornalista che, come abbiamo visto, occupa una posizione tra le meno gettonate (8,20%).

 

Il presidente del corso di laurea di Scienze della Comunicazione, Gianmarco Gaspari ha valutato positivamente l’attività di ricerca: “Molto interessante il lavoro realizzato dagli studenti di Comunicazione Pubblica e Istituzionale che si sono calati nei panni di veri e propri ricercatori dimostrando come la nostra università sia in grado non solo di trasmettere contenuti ma di sperimentare e costruire nella pratica una solida professionalità nel mondo della comunicazione”.

Il capo di dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate Fabio Conti ha voluto sottolineare l’evoluzione dell’insegnamento nel campo della comunicazione ponendo l’accento sull’attualità della ricerca: “Spesso registriamo un dislivello tra quello che insegniamo nell’università e quello che accade e si richiede professionalmente nel mondo del lavoro. La nostra università si distingue per la qualità della preparazione dei suoi studenti grazie ad una formazione sempre legata alle esigenze della società”.

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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