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Cineforum: IL TRIANGOLO

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(mc) Ci muoviamo tra Zurigo e Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale. Un inedito ma nello stesso tempo proficuo triangolo fa da sfondo basico, sul piano della psicoanalisi e della psicologia analitica,   tra lo psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud e la paziente Sabina Spielrein, una ragazza russa di elevata cultura a cui è stata diagnosticata una grave isteria aggressiva.

Il film “A Dangerous Method” (2011) diretto da David Cronenberg, raccoglie e sistematizza materiale, incandescente in modo estremamente controllato e clinicamente corretto che va oltre le dinamiche proprie  dei transfert e controtransfert che si sviluppano tra Jung (Michael Fassbender)   e Sabina Spielrein (Keira Knightley). Infatti, attraverso dialoghi, sedute analitiche, scambi teorici, scampoli di vita reale,  lo scontro con Freud (Viggo Mortensen), il confronto con  l’incontenibile e anarchico psicoanalista Otto Gross (Vincent Cassel), emergono quei risvolti terapeutici in cui gli affetti del medico e del paziente possono intrecciarsi con esiti destabilizzanti. Non è un caso che la sceneggiatura della pellicola di Cronenberg sia intrigante sul piano didattico.  Quando nel 1993 John Kerr scrive “A Most Dangerous Method: The story of Jung, Freud, and Sabina Spielrein”, basa il suo racconto, che diventerà lo script del film, sulle lettere scritte da Sabina a Freud e Jung, ritrovate fra gli anni Settanta e Ottanta. Attraverso questo ricchissimo e prezioso epistolario, quindi, si ricostruisce una fase cruciale di storia della psicoanalisi, soprattutto l’evoluzione della Spielrein, che diventerà a sua volta una affermata psicoanalista.

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