0

Recensione ed approfondimenti sul film “La mafia uccide solo d’estate”

mafia

Di Antonio Corcillo

Poche sere fa ho visto il film di Pif “La mafia uccide solo d’estate”. E’ davvero un bel film perché  fa capire quanto il fenomeno della criminalità organizzata sia molto radicato nella società.
Trattandosi di una commedia, questo aspetto viene portato molte volte all’esasperazione, come ad esempio, in occasione del concepimento del protagonista, Arturo.
Certamente per comprendere a pieno la trama del film non si può prescindere dalla conoscenza dei personaggi e delle informazioni sottointese( es.: Lima, Dalla chiesa ecc..).
Il primo episodio che desidero segnalare  è quando il piccolo Arturo si innamora della bella Flora.
Arturo per fare colpo su Flora ogni mattina fa trovare un bombolone sul banco della piccola, ma un giorno ahimè il  merito se lo prende un altro bambino.
Finita la giornata a scuola, il nostro piccolo siciliano va a casa, accende la televisione e vede un piccolo omino con gli occhiali, il vestito, le orecchie a punta e la gobba … si trattava  dell’allora presidente del consiglio Giulio Andreotti.
In quell’intervista televisiva il premier racconta a Costanzo come ha chiesto a sua moglie di sposarla, ossia in un cimitero (e dove se no?)
Quindi il nostro bambino decide di adottare il sistema che aveva sentito da quello che per lui era un onorevole personaggio, ma purtroppo incassa il suo primo rifiuto .
Da quel giorno Andreotti diventa il paladino di Arturo, tant’è che si fa regalare il poster da appendere nella sua cameretta .
Nel cuore di Arturo c’era posto solo per Flora, doveva trovare un modo per accendere la fiamma nei suoi occhi. Cogliendo l’occasione di un concorso che proponeva ad ogni bambino di essere “giornalisti per un giorno” decise di intervistare l’uomo più importante e chiacchierato di tutta Palermo: il generale Carlo Alberto dalla Chiesa tornato nella città sicula nelle vesti di prefetto.
Arturo, grazie alla sua piccola statura, riesce a intrufolarsi nel palazzo di giustizia palermitano e si fa strada tra i vari corridoi arrivando Sino all’ufficio del generale.
Giunto dinanzi  a Dalla Chiesa, Arturo pone le domande che aveva preparato (in cui si avverte l’influenza del suo mito, Andreotti) e trae le sue conclusioni : “ Possibile che all’interno della Prefettura non ci sia stato un uomo in divisa che mi abbia fermato? Se in Prefettura non ci sono uomini armati allora non si può combattere contro la mafia . Quindi come dice Andreotti la mafia in Sicilia non esiste.”
Ma come sappiamo il 3 settembre ’82 Carlo Alberto dalla Chiesa viene assassinato e per Arturo giunge il momento di ricredersi.
Passarono gli anni e Arturo, ormai ragazzo, si ritrova a lavorare per una televisione locale.
Una sera il politico della Democrazia Cristiana Salvo Lima, arriva a sostenere la campagna elettorale per conto del partito, ovviamente portandosi dietro la sua assistente, Flora .
Quello che il film non spiega è chi era Lima (figura centrale per capire ciò che accadde in Italia negli anni ’90.)

Salvo Lima era un esponente di spicco della DC siciliana e soprattutto della corrente andreottiana.
Il suo ruolo sul territorio era “aggregatore di voti” per la DC, attraverso l’uso di conoscenze dirette che, per un caso fortuito, consistevano per lo più in  esponenti di note famiglie mafiose.
Come si vede nel film la morte di Lima, causa la frattura tra stato e mafia, che sfocerà nel 1992, in un vero e proprio attacco alle istituzioni statali.
Come ben sappiamo le vittime più conosciute sono sicuramente GIOVANNI FALCONE e PAOLO BORSELLINO, i due magistrati che avevano istituto il maxiprocesso contro tutti i reati mafiosi.
Purtroppo solo dopo questi due omicidi, il popolo siciliano incominciò a svegliarsi dal lungo “coma omertoso” nel quale si era assopito.
In tutta l’Italia si diffuse un vento di protesta, come si vede bene nella pellicola, si formarono cortei contro la mafia, contro lo stato, colpevole di essere colluso con essa, contro un sistema politico che andava sgretolandosi.
Ed è proprio in uno di questi cortei che Arturo e Flora si rincontrano: i due ragazzi si uniscono  in un bacio appassionato, che sembra simboleggiare l’unione fra l’amore e la giustizia.
Nei minuti finali si vede una scena che mi ha fatto riflettere.                                                                                             I due giovani protagonisti, diventando genitori, assumono un ruolo fondamentale nell’educare una nuova generazione al concetto di bene e male, alla legalità e al rispetto delle istruzioni.
Infatti già dai primi mesi di vita portano il loro bambino a vedere luoghi simbolo come :
l’epigrafe nella questura di Palermo, l’epigrafe di Pio La Torre,  il luogo della morte di Giovanni Falcone e la lapide al Generale Dalla Chiesa.
Secondo la mia interpretazione, il figlio di Arturo vuole essere un messaggio di speranza, ossia il poter vivere in un paese dove la legalità possa essere il fulcro di una vita normale.
Purtroppo la mafia è un fenomeno ben radicato nel nostro paese e questo sembra risalire al 1943, quando gli americani, per liberarci dal regime nazi-fascista, usavano i loro agganci (i mafiosi italo-americani) per facilitare lo sbarco in Sicilia.
Siccome tutto ha un costo, in cambio hanno dovuto “piazzare” questi uomini assegnando loro delle cariche pubbliche.
Col passare del tempo il loro potere aumentò e anche la politica dovette scendere a patti con questi clan.
Ma Per fortuna c’era qualcuno che si convinse che gli accordi non sono la soluzione e un gruppo di giudici creò il pool anti-mafia nel marzo 1984, che portò alla carcerazione di molti esponenti della malavita organizzata.
Questo fa’ letteralmente saltare in aria il tacitato sistema collusivo causando le stragi che si sono calmate solo dopo l’implosione di quel sistema politico.

 

Share Button

Mauro Carabelli

Giornalista

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *