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Quando la scuola emargina

 

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Di Davide Bonamici

Mercoledì 13 Aprile, Giulio e Luigi, due ragazzi autistici, si sono recati a scuola come tutti i giorni. Ma, all’arrivo in classe, entrambi le hanno trovate vuote, perchè i compagni erano in gita e nessuno li aveva avvisati di ciò.

Queste due brutte storie di emarginazione fanno scalpore: il 14ennne Giulio si è recato alla sua scuola media di Livorno e ha trovato in classe solo il suo professore di sostegno. Lo stesso vale per Luigi, 15 anni, della provincia di Isernia, anche lui ha trovato in classe il suo professore di sostegno.

Le due scuole si sono difese dicendo che furono le madri a inizio anno, a dire che in alcune gite i figli “non potevano andare”, ma questo non toglie il fatto che le famiglie e i ragazzi andavano comunque avvisati. Quindi, le due scuole si dovrebbero solamente vergognare del loro comportamento e della giustificazione ipocrita da loro usata per difendersi.

Ancora una volta la scuola si fa portatrice di pessimi valori, ovvero l’emarginazione e la disuguaglianza. Non ci si può dimenticare di due ragazzi solo perchè sono autistici e addirittura difendersi attaccando le loro famiglie. E’ una vergogna, perchè la scuola dovrebbe essere portatrice di ottimi valori, integrazione e uguaglianza!

Ora ci si chiede se in Italia tutti gli studenti siano trattati in maniera uguale dalle istituzioni e dalle rispettive scuole. Purtroppo non sembra e lo testimoniano questi due casi che si aggiungono ai tanti altri passati dove addirittura maestri e professori picchiavano alcuni studenti affetti da patologie molto gravi. Oppure in università, dove tanti ragazzi definiti disabili, come se fosse la loro disabilità a definirli e non la loro persona, vorrebbero studiare. Ma le troppe poche ore di tutor glielo impediscono e quindi tocca loro recuperare tutto ciò che non possono seguire.

Le istituzioni scolastiche, dalle scuole elementari all’università, dovrebbero combattere l’emarginazione e dovrebbero cercare di aiutare gli studenti in difficoltà, fornendo loro professori e tutor adeguati con più tempo a disposizione e materiale didattico per rimanere sempre al passo con le lezioni, e non dover recuperare gli appunti persi settimane e mesi dopo.

Su i social, la vicenda ha colpito molto e tante persone hanno lanciato l’hashtag #iostoconGiulio (la storia di Luigi non si sapeva ancora quando è nato questo hashtag). Anche il premier Matteo Renzi ha espresso solidarietà verso questi due ragazzi e ha condannato l’atteggiamento delle scuole.

Ci auguriasmo tutti che queste brutte storie non possano accadere di nuovo, ma sappiamo già che succederà ancora. La mia speranza è che in futuro l’istituzione scolastica possa garantire la stessa uguaglianza e lo stesso rispetto verso tutti gli studenti, evitando di fare stupide differenze, perchè come facciamo a parlare di progresso, se poi rimaniamo attacati a pensieri passati, legati alla disuguaglianza e alla emarginazione di chi “non è come noi” ?

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Mauro Carabelli

Giornalista

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