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Gli infedeli

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(mc) Che fosse l’ANM a solidarizzare con il giudice che  non ha convalidato il provvedimento di trattenimento dei quattro tunisini era prevedibile. L’ANM è il “sindacato” dei magistrati per cui la difesa corporativa, anche dell’indifendibile, è nell’ordine delle cose in questo Paese rovesciato. Ma che a gamba tesa entrasse nel gioco anche il CSM, questo mi sembra istituzionalmente assai preoccupante  per il semplice fatto che il decreto non applicato dal giudice della sezione immigrazione di Catania è stato  firmato dal Presidente della Repubblica che, tra l’altro, presiede lo stesso CSM. Quindi, al limite, il magistrato di Catania, dalle indubbie e appurate simpatie per la sinistra,  prima di emettere un giudizio contaminato da una presunta incostituzionalità del decreto avrebbe dovuto demandare  il tutto alla Corte Costituzionale affinché si  pronunciasse sul decreto stesso e non, fatto questo gravissimo,  disapplicare una legge. Dunque, i casi sono due: o ci troviamo di fronte a una sorta di cortocircuito generato dalla  persistenza delle correnti all’interno del massimo organo di governo della magistratura oppure assistiamo ad una plateale mobilitazione contro un governo non gradito. Cosa non nuova da almeno una ventina d’anni a questa parte. In questo caso, sorge il sospetto che pezzi delle istituzioni in sintonia con i partiti di opposizione e con le iniziative di altri stati europei, sostenute da violente manifestazioni di piazza,  blocchi stradali ed occupazioni dai pretesti più incredibili, costituiscano una sorta di strategia che vorrebbe liberarsi di un governo sostenuto da una maggioranza democraticamente eletta  favorendo, di fatto, anche l’invasione fuori controllo di decine di migliaia di clandestini. Tutto questo  potrebbe prefigurarsi, a mio parere, come una volontà eversiva che non solo tende ad  impedire  la governabilità del Paese ma si spinge fuori dai binari istituzionali    sconvolgendo l’ordine costituzionale stesso.  Spero che ci siano giudici fedeli alle istituzioni  che escano dall’ombra   e coraggiosamente intervengano per salvare questo Paese.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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