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La situazione dantesca delle carceri italiane

FOTO REPERTORIO DI CARCERI PER VOTO SU INDULTO

Ho sentito molte persone dire la frase: “Chi sbaglia deve pagare…la certezza della pena…”. Ma sanno davvero che cosa vuol dire andare in carcere in italia?
Premessa: più della metà dei carcerati sono persone in attesa di giudizio e, nel kafkiano sistema giudiziario italiano, sappiamo che molti di loro saranno giudicati non colpevoli.
La direttrice di San Vittore, nella civilissima Milano, afferma che poiché non ci sono in Lombardia – che è la regione che ne ha di più – sufficienti strutture per chi ha problemi psichici, psichiatrici o di tossicodipendenza, il magistrato è costretto a usare il carcere come parcheggio.
Il fatto che San Vittore abbia il doppio delle persone che potrebbe contenere vuol dire che in pochissimi metri quadri, una persona in attesa di giudizio per qualunque tipo di reato, con un bagno che è due metri per uno – e quindi con problemi igienici gravissimi – sicuramente, perché la percentuale è questa, dividerà la cella con almeno una persona con problemi psichici, una persona con problemi psichiatrici o con un tossicodipendente. Dico almeno, perché se sei sfortunato sei l’unico sano in quattro metri quadri, due letti castello a tre piazze e un bagno da condividere con questi soggetti. Ai quali difficilmente potrai dire “Non fare la cacca intorno al water, ma falla dentro”, non puoi neanche dire “Dopo che hai fatto pipì dappertutto, pulisci!”. Perché c’è violenza. Perché è una situazione di per sé fuori legge.
I magistrati destinano malati e violenti al carcere perché non hanno abbastanza strutture a disposizione. Bisognerebbe, quindi, ripensare alla società non nei termini di certezza della pena, ma nel ricordo che il mancato contrasto all’evasione e la convivenza tra mafia e potere politico ha depauperato i cittadini dei servizi alla persona e delle strutture sanitarie. La custodia cautelare preventiva dovrebbe essere per obbligo scontabile a casa e le persone con disturbi andrebbero gestite in strutture idonee. Questo per evitare che cittadini comuni, che non si sa ancora se siano colpevoli, finiscano all’interno di una punizione carceraria che oggi è veramente dantesca.

12/11/13 Sandro Soldati

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Mauro Carabelli

Giornalista

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