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La difficile vita di Adele

Un’opera coraggiosa ripropone il cinema come sincronia dell’arte e delle passioni.

la-vie-dadele-blue-is-the-warmest-colour-kechiche-posterLiberamente tratto da “Il Blu è il colore più caldo” di Julie Maroh, ci è stato consegnato un capolavoro cinematografico di rara bellezza, quasi disarmante. Ci sono voluti quattro coraggi messi insieme per far conoscere a tutto il mondo la strepitosa potenza esistenziale dell’amore vissuto da una ragazza, Adele, nei confronti di un’altra ragazza, anche se più grande di lei. Il coraggio di Abdellatif Heghiche, regista dell’opera “la vita di Adele”, il coraggio delle due protagoniste femminili Adele Exarchupoulos e Lèa Seydoux e quello di Steven Spielberg presidente della giuria di Cannes che ha decretato l’assegnazione della Palma d’oro per la migliore opera cinematografica del 2013.

C’è voluto il coraggio di Heghiche nel trasformare un’opera scritta in una verosimile  versione cinematografica di perfezione emotiva, molto ben intrecciata con le evoluzioni di una quindicenne che scopre sentimenti e ordinari atti dell’adolescenza femminile, nel quadro di atmosfere scolastiche e famigliari, compresi i primi turbamenti nei confronti dello stesso sesso. Questa parte rappresenta la prima sezione del film narrata con le dinamiche, i linguaggi, le passioni e le cattiverie tipiche dell’adolescenza, compresa la paura di esplicitare le sue pulsioni verso una ragazza. I turbamenti di Adele vengono rappresentati con una semplicità di superiore delicatezza narrativa.la-vie-d-adele-la-prima-locandina-internazionale-274167

C’è voluto il coraggio di due attrici ineguagliabili, che, in condizioni di sicuro stress professionale,  hanno fornito una dimensione dell’amore che ha raggiunto fasi di ineguagliabile morbidezza di gesti, di atmosfere e di verosimiglianza di rapporto come in tutti i passaggi passionali di questo sentimento, con le stesse “procedure” di qualsiasi coppia che si immerge nell’amore, indipendentemente dall’appartenenza di genere. Dentro questo turbinio di passioni, compreso quello sessuale,  c’è la rappresentazione dell’evoluzione di Adele che passa alla dimensione esistenziale più adulta, quella del lavoro, del rapporto con le famiglie, con i bambini della scuola presso cui insegna. Ci sono le tematiche della quotidianità. Campo in cui Adele scopre man mano se stessa e i suoi desideri, l’amore come pienezza, la felicità e le delusioni in un rapporto sentimentale e la forte carica sessuale che la conduce ad alti e bassi che si proporranno sino all’epilogo della sua coinvolgente storia di passione. E questa rappresentazione dimensiona la seconda sezione della raffinata opera di  Keghiche. La terza sezione riguarda la rottura della magia dell’amore che provoca i vuoti terribili generati dalla mancanza dell’altra, quando quest’ultima si allontana definitivamente e si rifugia nel suo mondo “intellettuale e sofisticato” dell’arte dentro cui Adele non presenta segni di affinità.

C’è voluto il coraggio di una giuria che ha decretato l’indissolubilità dei protagonisti del film, le due ragazze e il regista, che, insieme, hanno dato vita alla narrazione di una storia di vita senza mai indulgere in ossessività e morbosità e senza mai cedere alla curiosità che può offrire una coppia femminile, soprattutto nel trasporto di espliciti amplessi di marcata forza e sensualità. Giuria e Spielberg in particolare, che mette la società di fronte a un episodio esistenziale come normale atto di vita, con le sue dinamiche esaltanti e con le sue espressioni di sofferenza. Storia esistenziale che vuole anche segnalare un monito educativo verso chi ancora non comprende il valore dell’amore, ovunque si esprima. Definire i capolavori nei particolari diventa un po’ difficile e forse inutile.

Ma sarà difficile ignorare il colore blu che in questa storia rappresenta quasi un filo conduttore che lega i due personaggi femminili, i movimenti di macchina, la sensazione di una spontaneità poche volte raggiunta nello schermo, fornendo un versione di realismo perfetto, di rado riscontrabile in questi ultimi anni di cinematografia. Un’opera coinvolgente,di forti emozioni.

Nick Camarda 

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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