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Bergoglio, testimone rivoluzionario della teologia cristiana

Le radici teologiche latino americane di Francesco sono una rinnovata testimonianza di Dio.

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Oggi il mondo cristiano gode di una nuova linfa vitale che porta il nome di Bergoglio , il cui nome pontificale è Francesco I. Le novità che balzano subito all’occhio sono il dolce sorriso, il simpatico accento, le sobrie vesti, l’energia ribelle, il viaggio nella sua piccola Ford nel Palazzo di Napolitano. Ma non sono solo queste caratteristiche del nuovo Pontefice a stupirci.  La sorpresa arriva dalla sua innocente profondità spirituale.
Papa Bergoglio è il pioniere di una rivoluzione che la chiesa avrebbe dovuto accettare 20 anni orsono ma che,  per reiterata testardaggine, ha voluto rimandare. Il vescovo di Roma ha origini italiane, è nato e ha trascorso la sua vita, sino ad alcuni mesi addietro, in Argentina, vivendo e testimoniando sulla propria pelle la terribile crisi dei paesi latino americani e ha visto con i propri occhi lo sfruttamento della sua popolazione e del suo territorio, volute e praticate dalle multinazionali che hanno portato a vere e proprie scelte deliranti come la distruzione di grande parte della foresta Amazzonica. Ma ha anche vissuto il tempo delle dittature e dei grandi scempi che i regimi dittatoriali hanno provocato: umani, economici e politici. Ancora oggi se ne piangono le conseguenze.

 Dunque la sua neorivoluzione è figlia del mondo latino americano e ha le sue radici soprattutto in quel mondo di sofferenze. Un mondo che tuttavia ha saputo custodire quel senso comunitario che l’occidente ha da tempo smarrito .

Oggi, la società occidentale, probabilmente per l’imperante edonismo relativista e per effetto di una visione individualistica propria del capitalismo, ulteriormente dilatata dalla caduta del socialismo reale,  ha disgregato e rimosso il comunitarismo fondativo della dottrina cristiana. Forse anche questi fattori storici e sociali hanno influenzato la nuova guida spirituale incarnata da Papa Francesco. Si suppone che questi aspetti lo abbiano  sollecitato a invitare la comunità cristiana a rifiutare uno stile di vita basato sull’egoismo di casta,  esortandola a muoversi nel mondo  con un maggior senso di solidarietà e consapevolezza del rispetto della dignità della persona, liberando la mente dai lacci e dai condizionamenti materialistici esercitati dal denaro.
E’ evidente che i moniti di Francesco I minaccino la ragion d’essere della speculazione finanziaria, lo sfruttamento insostenibile dei beni della natura, dei più deboli e dei più poveri. Tutto ciò si è verificato con la trasparenza e la forza sino ad ora mai viste nell’opera spirituale ed evangelica di un Papa. Principi che cozzano in maniera stridente con le pieghe che soprattutto l’ex opulente occidente ha intrapreso, contaminando il mondo intero, seminando ingiustizie e conflitti a danno sempre e ovunque delle fasce meno protette dei popoli, a partire dai bambini.  Non a caso Papa Francesco ha messo ai primi posti della sua attenzione verso la persona il diritto al lavoro e alla sua dignitosa esistenza, unitamente ai diritti di libertà e di accoglienza come segno di fratellanza e di uguaglianza, in ogni parte del pianeta.

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Il Papa dona all’uomo medio occidentale la possibilità di ritrovare una nuova identificazione di se stessi nella vita di Cristo.
La neorivoluzione di Bergoglio puo’ rigenerare l’umiltà della testimonianza cristiana preparando credenti e non credenti ad amare il prossimo a qualsiasi latitudine e longitudine del mondo. Le questioni internazionali odierne stanno dentro questo quadro di novità e costituiscono una solida dimostrazione che parrebbe assurdo parlare degli ideali di pace e democrazia se manca una morale comunitaria improntata al rispetto delle diversità culturali ed etniche. Il rispetto dovrebbe rappresentare il punto di partenza per dare vita al concetto di comunità mondiale.

Concetto riscontrabile anche nelle comunità e nelle filosofie Orientali e nella religione Islamica e, tutte insieme questi orientamenti, sono importanti e potranno diventare un nuovo fattore di spinta unitaria dei popoli per scrivere insieme un nuovo capitolo della vita antropica dell’umanità e dei principi coesistenza, di cooperazione, di democrazia e di giustizia sociale. A tutto questo si oppongono e si opporranno verosimilmente forze che rispondono a sterili richiami di una razionalità troppo assorbita e ingabbiata nelle logiche di mercato, che stanno al di fuori degli indirizzi liberali per rispondere invece alle logiche  liberiste e ciniche situate al di fuori dei bisogni sociali del singolo e delle comunità. Bergoglio, sotto questo profilo, rappresenta una speranza di ritorno alla pura coscienza umana, evidenziando che tramite l’umiltà dell’individuo si salva l’esistenza libera e fraterna della comunità.
Questi passaggi tipici della teologia testimoniata da Bergoglio, potrebbero prefigurare ciò che parrebbe costituire una “Teologia della Coscienza” .

Matteo Ramelli

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Mauro Carabelli

Giornalista

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