0

L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE PASSA ALLA CAMERA. MA I DUBBI RIMANGONO.

upi

Presidente dell’UPI Antonio Saitta:“Mai un governo ha osato mettere in dubbio la possibilità per il popolo di eleggere chi governa il territorio”.  Dario Galli: “questa abolizione viene fatta solo per salvare l’onore delle armi”.

Letta ne ha fatto una questione di principio. Renzi ci ha messo sopra il cappello. Come a dire ai troppo impazienti sanculotti: visto come siamo stati bravi? Dunque, tutte e due i leader, sulla spinta di una piazza giustamente incavolatissima con i costi della politica ma sovente cieca di fronte a soluzioni più razionali, hanno brindato alla riuscita della prima parte della mission “abolizione delle Province” attraverso l’eliminazione della classe politica provinciale, con i voti favorevoli alla Camera. Il pronunciamento passa ora al Senato.Lo avevamo già detto in precedenza: i risparmi saranno modestissimi a fronte di una riforma complicatissima perché si dovranno, tra l’altro, gestire delicati passaggi di competenze che fino ad oggi hanno garantito sostanzialmente la tenuta di una governance decentrata (Regione, Provincia, Comuni) così come sancito dalla Costituzione, con ricadute positive sui territori omogenei in fatto di mobilità, ambiente, edilizia scolastica, lavoro, ecc. senza pesare sulle asfittiche casse dei comuni. Non a caso il presidente dell’UPI Antonio Saitta intende fare ricorso perché “Mai un governo ha osato mettere in dubbio la possibilità per il popolo di eleggere chi governa il territorio”.  Dello stesso avviso il Commissario Straordinario della Provincia di Varese, Dario Galli che, nella conferenza stampa di fine anno, sintetizza così: «Alla fine elimineranno solo l’elezione diretta sostituendola con una di secondo grado. Ma è la cosa più grave poiché si toglie democrazia e si va ad erodere il ruolo strategico delle Province, che è sempre stato quello di garantire maggior equilibro tra gli enti istituzionali superiori e il territorio. Detto questo, nemmeno il nome Provincia verrà più eliminato e anche le competenze rimarranno identiche. La verità è che siamo di fronte alla solita soluzione all’italiana e con l’aggravante che questa abolizione viene fatta solo per “salvare l’onore delle armi”».

 

Share Button

Mauro Carabelli

Giornalista

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *