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LA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DI VARESE

 

svittore

(di Kenji Albani) Il santo patrono di Varese è San Vittore, e a egli è intitolata la basilica di Varese, una delle chiese più importanti, grandi e antiche allo stesso tempo di Varese. San Vittore detto il Moro nacque in Mauritania e si unì all’esercito romano. Fu messo di stanza a Milano e con i soldati Nabore e Felice si ritirò dalla vita militare perché incompatibile con la fede cristiana. I tre furono arrestati e decapitati a Lodi Vecchio nel 303 dC. Il giorno 8 maggio gli è dedicato e nella basilica di san Vittore Martire di Varese si celebra la cerimonia del Faro in cui un pallone di bambagia viene incendiato. Questo rito sta a significare il sacrificio della vita del martire per la fede.

La basilica di san Vittore si trova in centro Varese, davanti all’omonima piazza e a fianco del battistero di San Giovanni Battista, e ciò sta a dimostrare che un tempo tale chiesa era a capo di una pieve da cui dipendevano le chiese e le cappelle del circondario. Chi ci entra gode della frescura dell’interno, d’Estate, e il caldo delle stufe, d’Inverno. L’odore di incenso è molto forte. L’ambiente è in gran parte in penombra perché le vetrate sono poche e si trovano vicinissime all’alto soffitto e raffigurano croci ed elmi romani. La più grande, sopra il portone ha un disegno che si vede solo dall’esterno raffigurante San Vittore.

L’antica struttura, quella sul cui tracciato fu costruito l’attuale edificio, sorse nel V° secolo quando apparteneva alla diocesi di Como. Nell’VIII° secolo passò sotto l’arcivescovado di Milano. Nello stesso luogo fu ritrovata una lapide con un inno a Giove, quindi si può dedurre che un tempo lì sorgeva un tempio.

L’attuale aspetto della basilica fu assunto fra il XVI° e il XVIII° secolo, periodo in cui l’originale romanico ebbe alcune parti abbattute, altre aggiunte per volere delle monache del monastero brianzolo di Meda, intitolato a San Vittore, le quali volevano ampliarlo per questioni di prestigio e capienza del numero di fedeli da contenere. La basilica presenta lavori di differenti artisti e varie epoche come la Sagrada Familia di Barcellona. Per esempio il presbiterio di matrice bramantesca risale al 1542 e il progetto del corpo della chiesa a tre navate tardo manieristiche del 1580 é di Pellegrino Tibaldi (1527-1596), pittore e architetto di fiducia del cardinale Carlo Borromeo (1538-1584). Inoltre c’è la facciata neoclassica fatta nel 1791 su progetto dell’austriaco Leopoldo Pollack (1751-1806), le colonne che sorreggono un arco. Il portone è sormontato da due angeli che sorreggono una corona d’alloro scolpiti da Ludovico Pogliaghi (1857-1950). All’interno del presbiterio troviamo l’altare in marmo progettato da Bartolomeo Bolla, del quale si hanno poche notizie, nel 1734 e poi realizzato dai fratelli Buzzi di Viggiù nel 1742. Questo altare contiene due urne con all’interno le ossa dei Santi Aimo e Vermondo che nel IX° secolo fondarono il monastero di Meda. Pure l’organo è in stile barocco e lo si trova su un balcone che si affaccia sul presbiterio. Poco sopra il presbiterio ecco il tiburio ottagonale dorato raffigurante una colomba e con lanterna di pietra di Giuseppe Bernascone (1565-1627), capo della fabbrica della basilica. I due pulpiti in legno scuro posti a lato del presbiterio risalgono al 1675 e sono del velatese Bernardino Castelli (1646-1725), il quale inoltre fece il grande crocifisso sostenuto dagli angeli (1712) posto sopra l’altare.

Ma non sono solo le sculture e gli elementi architettonici a far innamorare della basilica il visitatore anche se non è religioso. Ci sono molti quadri di Carlo Francesco Nuvolone (1609-1662), Francesco Cairo (1607-1665) e Bernardo Castelli (1557-1629). Ma le opere più importanti sono il gruppo scultoreo della “Madonna Addolorata” di Andrea da Corbetta (1492-1537) , co-patrona della città e al quale sono attribuiti alcuni miracoli e la “Messa di San Gregorio Magno” del 1615 di Giovanni Battista Crespi detto “Il Cerano” (1573-1632), la cui opera troneggia sopra un simulacro raffigurante Gesù Cristo dentro una teca di vetro nella cappella di San Gregorio che, assieme ad altre cinque cappelle, tre per lato, ospitano tantissime altre opere d’arte.

La basilica è sovrastata dal campanile, ritenuto uno dei più belli di tutta la Lombardia, le teste di leone scolpite sulle pareti. Esso è in stile barocco ed è stato fatto su progetto del 1616 sempre di Giuseppe Bernascone. La costruzione fu compiuta a più riprese: si arrivò alla costruzione dell’orologio nel 1630. Tra il 1678 e il 1688 fu costruita la cella campanaria. Infine tra il 1773 e il 1774 fu edificata la cima del campanile, che segnò la fine della costruzione che, seppur sia stata completata a più di un secolo dalla morte del progettista, non ricevette particolari modifiche dal progetto originario.

 

 

 

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Mauro Carabelli

Giornalista

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