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LACRIME DI COCCODRILLO SUL MARE MORTUUM

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Foto da: sportellodeidiritti.org

 

(di Mauro Carabelli) Quante lacrime di coccodrillo dobbiamo ancora vedere sulle facce di bronzo dei principali leader europei che si mostrano solo ora stupiti e addolorati di fronte all’ennesima ecatombe di migranti nelle acque del mediterraneo?   Da anni,  sotto gli occhi di tutti, si muove questo ignobile traffico di esseri umani gestito da scafisti collusi con il terrorismo islamico. Altrettanto manifesta è  l’impossibilità di assorbire un esodo di proporzioni  bibliche  da parte delle nostre fragili strutture ricettive  già in prima accoglienza.  Ma ora, dopo l’irreparabile, anche i teneri di cuore  denunciano l’assenza di quella  Europa matrigna che passa il tempo a martellarci con il rispetto del patto di stabilità sottovalutando bellamente la totale instabilità di una macro area continentale a sud dei suoi confini. Tutto vero. Ma scusate, l’Europa da chi è rappresentata e mossa se non da questi illustrissimi leader? Da Angela Merkel a Francois Hollande – passando per uno stuolo infinito di  mitteleuropeissimi primi ministri, ministri degli interni, alti commissari, sottosegretari, ciambellani di corte e con la benedizione di qualche sepolcro imbiancato della curia d’alto bordo – tutti hanno mantenuto la testa nella sabbia senza affrontare preventivamente e con polso fermo l’inevitabile scempio epocale. Troppo facile poi dare dello sciacallo  o del “peccatore” a chi dissente mettendo il dito nella piaga. Si può essere in disaccordo verso la visione alquanto semplicista  di chi ritiene opportuno presidiare tout court le coste – soluzione tra l’altro più realistica e meno fumosa che non dare la caccia agli scafisti (quando, dove, in che modo?) come vorrebbe tardivamente Renzi  - ma imputare  al dissenso una bassa e “anticristiana” propaganda politica  in vista di questa o quell’altra elezione, cela, con molta probabilità,  il timore da parte di costoro   di perdere  a loro volta il consenso del “prossimo” più prossimo di casa nostra e delle nostre parrocchie, disoccupato o esodato o con pensioni da fame o derubato pure nella propria casa quando non della casa stessa, in una parola totalmente abbandonato da queste  istituzioni senza palle e identità.

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Mauro Carabelli

Giornalista

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